03 Ago Le precauzioni da adottare in vista della disinfestazione per i nostri amici a quattro zampe e cosa fare in caso di intossicazione
Se stai progettando un intervento in casa o in giardino, è bene informare i tecnici disinfestatori che si hanno degli animali domestici al fine di garantire una procedura sicura e priva di imprevisti e premurarsi di conoscere il tipo di veleno che impiegheranno.
Sono in disuso insetticidi come il DDT o il DEET, utilizzati in passato e inquinanti, ma anche tossici per la salute. Per le zanzare vengono, invece, utilizzati disinfestanti naturali, come il piretro naturale o le piretrine sintetiche. È vero, si tratta di sostanze naturali, ma non per questo meno velenose, specialmente per i gatti. Le piretrine sono composti naturali ottenuti da alcune piante, hanno un effetto insetticida ma sono poco stabili nell’ambiente. Per questo motivo sono state sintetizzate molecole simili ma più stabili, i piretroidi, meno tossici, almeno per i cani.
Ecco, di seguito, i consigli di RIPA Disinfestazioni in caso di intervento di disinfestazione in presenza di animali domestici:
- Tenere l’animale lontano dalle zone da disinfestare durante tutte le operazioni
- Allontanare l’animale per i 2-3 giorni successivi all’applicazione dell’insetticida. In caso di trattamenti massicci, potrebbero essere necessari anche un maggior numero di giorni
- Attenersi alle direttive dell’azienda di disinfestazione.
I rischi legati ai trattamenti ambientali all’aperto sono abbastanza bassi. L’allontanamento dell’animale per 2 giorni è sufficiente. L’unico rischio importante è l’assunzione di acqua contaminata (pozzanghere , sottovasi , ecc…).
L’effetto tossico, la sua entità e le dinamiche di guarigione da un’esposizione all’insetticida dipendono molto dal tipo di sostanza con cui si è entrati in contatto, ma anche dal tempo di esposizione e dalla quantità di sostanza nell’area. Ogni tossina agisce in modo diverso, ma è importante riconoscere i sintomi per agire tempestivamente in caso di esposizione.
I piretroidi presentano una marcata tossicità per i gatti. Le vie più comuni di ingestione di questi prodotti nei gatti sono due: per bocca (specialmente attraverso l’acqua accidentalmente inquinata) o per via cutanea. In caso di ingestione o contatto con i piretroidi, un gatto può cominciare a manifestare i sintomi entro 1-3 ore. Tra i sintomi menzioniamo: salivazione intensa, aggressività, vomito, convulsioni, movimenti scoordinati, diarrea, difficoltà respiratorie, cianosi, tachicardia e aggressività. È bene in questi casi portare subito l’animale dal veterinario.
In caso di assunzione per contatto il veterinario laverà la parte abbondantemente con acqua non troppo calda e un detergente. In caso di ingestione potrà indurre il vomito o ricorrere ad una lavanda gastrica e somministrare carbone attivo per bocca. Il gatto andrà poi messo in fluido terapia (flebo di sodio cloruro o ringer lattato).
In caso di disturbi neurologici si possono utilizzare sedativi (diazepam, pentobarbital). Efficace è la somministrazione per via endovenosa di soluzioni lipidiche (hanno un effetto antitossico su diversi tipi di avvelenamento). Bisogna fare attenzione a mantenere normale la temperatura, perché l’ipotermia (temperatura bassa) favorisce l’effetto del tossico.
Generalmente la prognosi è buona, se l’intossicazione non è grave e se tutte le procedure vengono eseguite correttamente il problema si risolve entro 1-2 giorni.
In conclusione, in presenza di animali da compagnia non si dovrebbe rinunciare alla disinfestazione, anzi è più che mai importante proteggere anche i nostri amici animali ma con le giuste precauzioni per proteggere la loro salute!