Specie di formiche infestanti o pericolose diffuse in Italia

Specie di formiche infestanti o pericolose diffuse in Italia

Abbiamo parlato nel precedente articolo delle formiche più pericolose al mondo. Conosciamo meglio ora le specie di formiche infestanti più diffuse in Italia con un approfondimento, in particolare, sulle due più pericolose per l’uomo: Crematogaster Scutellaris e Formica Rufa.

 

Crematogaster Scutellaris (testa rossa o rizzaculo)

Inconfondibili per la loro testa rossa e l’addome cuoriforme, sono originarie dell’Africa e diffuse nei paesi del bacino del Mediterraneo (Europa meridionale, Nord Africa e Medio Oriente). Le operaie di Crematogaster scutellaris sono formiche di medie dimensioni (4–6 mm di lunghezza) con una testa ovoidale di colore rossastro, contrastante con il resto del corpo che è, invece, di colore nerastro.

Queste formiche nidificano preferibilmente nel legno: nei tronchi degli alberi, con una predilezione per gli alberi di ulivo, mandorlo, pino e sughera. Nidificano spesso anche sul legno morto, nelle travi delle abitazioni umane e negli infissi delle case o nelle fessure dei muri, dove costruiscono il nido con una miscela di legno masticato e terra. La loro presenza è accompagnata dalla formazione di una fine segatura. Per questa loro abitudine costituiscono talora un serio problema per l’industria del sughero. Crematogaster scutellaris è un vorace predatore di carne, insetti vivi e morti, cadaveri di piccoli animali, ma non disdegna anche alimenti di origine vegetale e, come quasi tutte le formiche nostrane, adora gli zuccheri. Si trova, infatti, spesso associata a colonie di afidi, la cui melata rappresenta una fonte di sostanze zuccherine.

Se disturbate o minacciate reagiscono ripiegando in avanti l’addome per mostrare all’avversario il loro pungiglione, pur di modeste dimensioni, che viene caratteristicamente puntato verso l’alto e secerne una goccia di veleno repellente. A tale caratteristica posizione di difesa si deve il nome volgare di “formiche rizzaculo” o “formiche acrobate”, con cui sono chiamate in diverse regioni italiane. I loro morsi sono dolorosi, soprattutto se sferrati contemporaneamente da più individui.

 

Formica Rufa (formica rossa)

Dotate di livrea rosso ruggine, addome, zampe ed antenne di colorazione bruna, queste specie di formiche sono prive di pungiglione, ma capaci di lanciare potenti getti di acido formico prodotto dall’apparato addominale anche a 30 cm di distanza. Lunghe fino a 8-10 millimetri, sono dotate di grandi mandibole.

Le regine e i maschi sono solitamente alati e provvedono alla riproduzione, mentre le operaie infeconde formano il grosso della società e svolgono gran parte dei lavori, come la costruzione del nido, la raccolta del cibo, il nutrimento delle regine e delle covate e, non ultimo, la difesa del formicaio. Come i fuchi e la regina, anche le giovani regine sono alate e si occupano della riproduzione. Le popolazioni di formiche rosse possono avere una sola regina (monoginia) o anche più regine (poliginia). Le seconde si uniscono spesso a formare delle colonie e tra i nidi si svolge un’intensa attività di scambio.

Si nutrono comunemente di invertebrati trovati intorno al nido e in particolare di afidi trovati sugli alberi, sebbene siano anche voraci saprofagi.

Diffuse nei boschi europei di conifere, soprattutto di abeti e larici, costruiscono nidi giganteschi, alti sino a 2 metri, che vengono trapiantati anche in altri boschi per la lotta contro gli insetti dannosi. Si stima che in una sola stagione i membri di un solo formicaio siano in grado di distruggere anche 5 milioni di insetti, fra cui un grande numero di bruchi dannosi. I formicai si rinvengono in genere nelle aree di bosco meno fitto, dove possono essere raggiunti dai raggi del sole.

Si tratta di una specie a cui prestare attenzione in caso di morsi, ma protetta dalla legge in molti paesi dell’Unione Europea, compresa l’Italia per il suo ruolo sull’ecosistema bosco: grazie alla sua attività il terreno si arricchisce di nutrienti e viene smosso e mescolato, aumentando l’apporto di ossigeno. Ne avvantaggiano microrganismi e funghi, che contribuiscono a loro volta alla disponibilità di sostanze nutritive e a una migliore struttura del terreno. La formica rossa aiuta, inoltre, le piante nella dispersione dei semi. Alcune specie, come il bucaneve o il gigaro scuro, hanno sviluppato una particolare forma di collaborazione con le formiche rosse.

 

Camponotus vagus (formiche carpentieri)

Diverse specie appartenenti a questo genere sono in grado di danneggiare il legno. All’interno degli edifici con struttura portante in legno scavano gallerie dove realizzano il proprio nido nel quale vivono e lavorano migliaia di individui. La colonia all’interno dell’edificio spesso rappresenta un satellite di una colonia ben più sviluppata presente all’esterno della struttura. In questo modo possono provocare danni strutturali di una certa rilevanza. Alla base dei fori presenti sul legno è possibile rinvenire come traccia una fine segatura. In natura nidificano nel terreno e sotto le rocce, scavando gallerie nel legno di alberi e di ceppaie sia vive che morte.

 

Lasius niger (formica nera)

Le formiche del genere Lasius spp. sono formiche molto comuni di discrete dimensioni e di costumi alimentari prevalentemente glicifagi. Di colore grigio-nero, vivono in colonie di dimensioni medie. Molto frequenti all’aperto, raramente sono presenti nelle abitazioni, nelle quali vengono attratte da liquidi zuccherini dispersi e non tempestivamente rimossi. Proteggono le colonie di afidi.

Linepithema (Iridomyrmex) humile Mayr (formica argentina)

La “formica argentina” è stata introdotta in Europa nei primi del 1900 e rapidamente diffusasi nel bacino del Mediterraneo, sostituendo molto spesso le specie di formiche già insediate. Per la sua origine tropicale necessita di un clima caldo-umido. In Italia è sicuramente presente nel Centro Sud, sul litorale ionico, tirrenico sino alla Liguria. È distinguibile dalle altre formiche per la presenza di un solo nodo al livello del peziolo. Le operaie, di colore castano opaco, sono lunghe 2-2,5 mm mentre la regina raggiunge i 5 mm ed il maschio 4 mm.

Vive in colonie poliginiche di migliaia di individui all’interno di nidi presenti nel terreno, sotto le pietre e in fessure nelle pareti. Necessita di cibo abbondante sia zuccherino che proteico. Non solo protegge afidi e cocciniglie, fornitori di melata, ma danneggia la frutta matura, preda miele dagli alveari, penetra in abitazioni ed industrie alimentari sfruttando anche le reti fognarie per spostarsi indisturbata avendo il nido già all’interno dell’edificio o provenendo dall’esterno.

Infine, con morsicature è in grado di disturbare nel sonno l’uomo o piccoli vertebrati come uccelli in covata o conigli, provocandone a volte la morte. Potenziale vettore di patogeni, la formica argentina è inserita tra gli infestanti la cui lotta è obbligatoria.

 

Monomorium pharaonis (formica faraone)

Le sue operaie sono di colore giallo ocra con l’estremità dell’addome bruno. Non raggiungono i 2 mm di lunghezza. Polifaga e lucifuga, predilige gli ambienti caldi. Molto comune nelle industrie alimentari si ritrova spesso laddove siano presenti succhi di frutta, sciroppi, dolciumi, carni. È possibile ritrovarla in supermercati, alberghi ed abitazioni. In particolari condizioni climatiche ad elevata temperatura, le colonie possono raggiungere e superare le 100.000 unità (questo denota l’origine tropicale).

Nidifica sotto i pavimenti in fessure, sia all’esterno che all’interno degli edifici e nel terreno. I nidi sono molto difficili da individuare poiché le operaie visitano ambienti anche molto distanti dal nido stesso. È un significativo infestante degli ospedali, in particolar modo dei reparti di ostetricia, nei quali viene attratta dalla presenza di latte. È un possibile vettore di patogeni.

 

Paratrechina longicornis (formica pazza)

Di colore bruno-ocra, le operaie sono lunghe circa 2 mm, mentre i soldati arrivano sino a 4 mm. Polifaga, nidifica in piccole fessure. È molto diffusa nell’Italia centro-meridionale.

 

Tetramorium caespitum (formica delle zolle)

Formiche molto comuni, le operaie sono lunghe 2-3 mm e di colore nerastro. Sebbene preferiscano i terreni soleggiati, si annidano anche nelle fessure di marciapiedi e pavimenti. Nei nidi sono presenti più regine. In genere gli attacchi provengono dall’esterno penetrando negli edifici attraverso screpolature e fessure. Sono onnivore, specie notturne e molto aggressive.